Book review: Marco Marcassola – Last Love Parade (ITA)

This review is in Italian. It first appeared on cocooa.com – but i think this place is better suited for “techno related” stuff.

Enjoy


Marco Marcassola – Last Love Parade è un libro anomalo per Cocooa.com. Non c’è miglioramento personale, ma volevo parlarne per vari motivi:

  • il tema interessante
  • la struttura
  • la forma
  • sviluppare la “curiosità vinciana”

The  Last Love Parade, ovviamente, per me che sono un fan della musica elettronica (anche se non dalla preistoria della techno come Marco), è stato di grande impatto: mi ha colpito tutto, il libro in sé, la copertina, il titolo, l’endorsement… e quindi l’ho comprato curioso di vedere come si sviluppasse la storia. Quando si parla di buon marketing.

In pratica la storia si svolge su due binari: da una parte abbiamo la storia della musica elettronica, soprattutto House e Techno, partendo dagli anni ’70 con la nascita della Disco, i Kraftwerk, Moroder, e quant’altro mentre dall’altra parte vediamo come il rapporto (una vera e propria bromance, come si dice in termini moderni) tra Marco e il suo amico Leo è nato, cresciuto, si è sviluppato, ha visto il suo apice e poi di come le loro strade si sono separate.

La metafora di come la musica sia passata da underground ad overground, e cioè di come essa si sia commercializzata e di come il rapporto tra Marco e Leo sia diventato molto stretto per poi allentarsi e morire, è isomorfica con la la decade d’oro della musica elettronica, e mi è piaciuta davvero molto.

Quello che però non mi ha fatto impazzire in questo libro – ma questa è un’opinione strettamente personale – è il modo un po’ ampolloso utilizzato dall’autore nel descrivere determinate sensazioni. Concordo sul fatto che abbiamo studiato tutti letteratura italiana e che diverse persone sono rimaste molto legate a questo modo molto “barocco” di scrivere, ma ad altre (tipo me) questa scelta stilistica non piace molto e dà addirittura fastidio. Personalmente preferisco di più i libri d’impronta anglosassone, quindi molto più diretti al termine, con frasi più brevi e sintetiche che non devono per forza ogni volta suscitare un’emozione, ma magari possono semplicemente esprimere un concetto. Questa non è ovviamente una critica all’autore, perché sono sicuro che a tantissime altre persone il suo modo di scrivere piace moltissimo, ma ho voluto semplicemente esprimere il modo in cui io amo leggere le storie.

Per fare un esempio e saltare ad un altro autore, a me piace moltissimo Alessandro Girola: il suo modo di scrivere mi piace molto, pur essendo molto preciso, molto bello e suscitando grosse emozioni (se vi capiterà di leggere qualche suo libro, per esempio Il Treno di Moebius, capirete come davvero riesca a creare delle emozioni nel lettore) lo fa senza bisogno di essere così “ampolloso” come Marco. Non vi voglio leggere delle parti perché comunque sia Last Love Parade è un libro che vale assolutamente la pena leggere se siete interessanti al tema.

Parlando di Marco Carcassola – Last Love Parade..

Tra le due parti, la parte iniziale, cioè quella dove parla della nascita della musica House e della nascita dell’amicizia tra lui e Leo, è molto più bella della seconda parte, che narra di quando l’amicizia sta cominciando a degenerare e i due si stanno separando.

Allo stesso modo non mi è piaciuto come è stata trattata in maniera veloce e forse un po’ superficiale, o perlomeno da un punto di vista non prettamente italiano, tutta la seconda parte relativa agli anni ’90. Fino al ’90-’93 è un diario bellissimo e stupendo, ma tutti gli anni che vanno dal ’93 fino al ’99-’01 sono raccontati in maniera confusa e dal punto di vista prettamente inglese… che non era più l’epicentro della musica elettronica.

Pro & contro di Marco Carcassola – Last Love Parade

L’autore non utilizza dei termini eccessivamente tecnici e questo, secondo me, gli fa onore, perché usa dei nomi per descrivere delle scene musicali che sono magari più conosciuti e che pertanto potrebbero essere compresi dal lettore medio. Tuttavia per chi, come me, è un pochino più preciso con le distinzioni di definizioni tra un genere e l’altro, questa cosa può dare un po’ fastidio. Per fare un esempio, il genere Ultra Hardcore non esiste, ma si definiva Hardcore la musica BreakBeat dei primi anni ’90, piuttosto che la musica Gabber olandese, anche se questi sono due generi totalmente separati e distinti. Chiamare Ultra Hardcore e fare un miscuglio di entrambi i generi mi ha suscitato un bel po’ di stranezza.

Allo stesso modo anche tutte le sue conclusioni finali, purtroppo (dico “purtroppo” perché il libro è del 2004), si fermano al 2003 con la Last Love Parade di Berlino, e cioè quando (e qui concordo con lui) si è totalmente conclusa un’epoca anche se si sono visti degli strascichi in seguito. Ovviamente i commenti e le considerazioni che lui fa sono figli del suo tempo e quindi mi piacerebbe poter leggere (magari esistono già) delle ristampe con dei capitoli finali aggiuntivi. Non so se Marco vedrà mai questa mia recensione, ma secondo me il libro nella sua conclusione è un pochino troppo figlio del suo tempo, alias degli anni 2000, quando adesso nel 2016, al tempo della mia recensione, abbiamo visto che le cose sono cambiate tantissimo e mi piacerebbe sapere adesso cosa ne pensa, ora che è diventato un autore famoso e ha scritto molti libri e sceneggiati.

Marco Carcassola – Last Love Parade: commento finale

Detto questo, Marco Carcassola – Last Love Parade, gli do tre stelle su cinque. Molto interessante una parte, un pochino meno interessante l’altra e personalmente non mi ha fatto impazzire lo stile di scrittura in alcune parti del libro. In ogni caso è un libro che, se vi interessa la cultura della musica elettronica, o meglio la rave culture, è da comprare perché ne vale la pena.

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